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Visualizzazione dei post da 2012

Dicembre 2012, Conferenza dell'ASRI di Basilea

ASSOCIAZIONE SVIZZERA PER I RAPPORTI CULTURALI ED ECONOMICI CON L’ITALIA - BASILEA www.asri-basilea.ch / info@asri-basilea.ch Conferenza del prof. Vittorio Magnago Lampugnani Scuola Politecnica di Zurigo “ Due o tre cose che so di lei. Osservazioni soggettive per l’urbanistica contemporanea” martedí 4 dicembre 2012, ore 18:15 in un’aula dell’Università di Basilea, Petersplatz 1 Vittorio Magnago Lampugnani nasce a Roma nel 1951. Si laurea a Stoccarda nel 1973 e a Roma nell’83. Partecipa a giurie di concorsi di architettura, tiene numerose conferenze e seminari in Italia e all'estero, insegna in università europee e dal 1994 è professore ordinario di Storia dell'urbanistica al Politecnico Federale di Zurigo. E’ coordinatore di mostre in Italia e in Germania, dal 1990 al 1995 dirige il Museo Tedesco di Architettura a Francoforte sul Meno dove organizza oltre trenta esposizioni, tra le piú importanti: “Museumsarchitektur in Frankfurt 1980-1990” (

Liberi reclusi, col patrocinio del Circolo "Anna Gnesa"

Col patrocinio del Circolo "Anna Gnesa" è uscita la terza edizione del libro "Liberi reclusi".

Mesolcina e Calanca. Quando le donne correvano il rischio di essere accusate di stregoneria

Il cardinale Carlo Borromeo e la caccia alle streghe nella valle della Mesolcina e val Calanca* Il tema dell’Autorità nella Chiesa cattolica si presenta particolarmente delicato quando si toccano questioni legate all’Inquisizione e alla cosiddetta “caccia alle streghe”, dove, ad un primo acchito, sembrano cocenti e inappellabili le responsabilità che non pochi ecclesiastici hanno avuto in merito a processi subiti da uomini e donne condannati poi al rogo. E trattare dei processi per stregoneria significa anche parlare di una figura emblematica della Chiesa cattolica: san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. Al card. Borromeo sono state mosse non poche accuse in merito alle sue presunte responsabilità nei processi, svoltisi nel 1583, per stregoneria nelle valli della Mesolcina [1] e della Calanca. Su questa delicata questione interviene Luca a Marca [2] con l’intervista che segue.   Può descrivermi la situazione sociale e religiosa della valle della Mesolci

La "storia" che tocca tutti

NAPOLI - Estate, stagione per eccellenza dedicata alle letture, sulla spiaggia, in montagna o altrove. Personalmente, dopo averlo letto, consiglio “ Il boiaro ” (Edizioni del noce, pagg. 122, € 10,00), romanzo storico dello scrittore e sociologo Carlo Silvano. Ambientato nella Russia rivoluzionaria che si accinge a diventare Unione Sovietica, il romanzo ha per protagonista Ivan, un proprietario terriero amante della vita bucolica. La descrizione dei contesti e degli scenari russi, con il suo puntuale realismo, produce un primo effetto gradito che, probabilmente, l’Autore non ha nemmeno messo nel conto: una frescura che attenua la calura. Ivan è una sorta di uomo-medio, sufficientemente conformista da meritare un pensiero dell’Autore: “ La storia, con il suo interminabile andare avanti, tocca o sfiora tutti: chi più, chi meno, è coinvolto dal suo passaggio ”. Ammettiamolo: per noi comuni mortali, la conoscenza della cultura popolare russa in quel cruciale snodo epocale è legata al “ Do

"Il boiaro", romanzo ambientato in Russia al tempo dell'ultimo zar

Attraverso i suoi libri si è occupato di detenzione, mobbing e massoneria, ma ora, ai suoi lettori, si propone anche come romanziere: Carlo Silvano - napoletano di origine e trevigiano di adozione - ha recentemente pubblicato, infatti, un'opera intitolata " Il boiaro " con le Edizioni del noce. E' un romanzo che getta il lettore in medias res : la rivoluzione russa e la gestione bolscevica. “ L'idea di scrivere questo romanzo - spiega Silvano - mi è venuta durante un breve soggiorno nella Val Mesolcina, in Svizzera. Ne sono protagonisti Ivan, Anastasia, Igor', Aleksandr, Andrej, ognuno pensa, vive e soffre il momento storico a proprio modo, accomunati dalla situazione contingente e dagli avvenimenti tragici che s'intersecano con i loro sentimenti, con le loro paure ”. La vicenda vuole ambientarsi nel periodo dello scoppio della rivoluzione russa dell’ottobre 1917 e riferisce la risonanza che questi avvenimenti hanno nell’animo del boiaro Ivan

Il boiaro, romanzo

Col patrocinio morale del Circolo di lettura " Anna Gnesa " è stato pubblicato un mio romanzo intitolato " Il boiaro ". L'idea di scrivere questo romanzo mi è venuta nel mese di ottobre del 1986, durante un breve soggiorno a Lostallo, in val Mesolcina (Grigioni - Svizzera), ospite di un'amica. Ed è a questa persona che ho dedicato questo libro - scritto a Pollena tra il 1987 e il 1988 - e pubblicato per la prima volta nel 1989. Oggi, riproponendo queste pagine ai lettori dopo averle riviste e corrette, ripenso e mi sento profondamente legato a tutti i miei familiari. Questa nuova edizione - pubblicata con i tipi delle Edizioni del noce - è arricchita con una prefazione a firma di Massimo Valli. Carlo SILVANO, "Il boiaro", romanzo, Edizioni del noce 2012, pp. 126, euro dieci, isbn 978 88 87555 92 9.

BASILEA, conferenza del prof. Carlo Ossola

A SSOCIAZIONE SVIZZERA PER I RAPPORTI CULTURALI ED ECONOMICI CON L’ITALIA BASILEA www.asri-basilea.ch / info@asri-basilea.ch conferenza del prof. Carlo Ossola su " Come letizia per pupilla viva": attualità della Divina Commedia Venerdí 25 maggio 2012, ore 18:30 in un’aula dell’Università di Basilea, Petersplatz 1 Carlo Ossola (Torino nel 1946) : Critico letterario, professore di Letteratura italiana nelle università di Ginevra (1976-82), di Padova (1982-88) e di Torino (1988-1999). Dal 2000 è professore al Collège de France, Parigi, cattedra di Letterature moderne dell´Europa neolatina . Condirettore delle riviste Lettere Italiane e Rivista di Storia e Letteratura Religiosa ; socio dell´Accademia dei Lincei dal 1995; membro del Consiglio Scientifico dell´Istituto dell´Enciclopedia Italiana. Dal 2007 Carlo Ossola è direttore dell´Istituto di studi italiani dell´USI (Lugano), dove insegna Letteratura del Rinascimento e Ba
E' uscito in questi giorni - col patrocinio morale del Circolo di lettura " Anna Gnesa " - il volumetto " Breve storia di Nizza e di altri territori italofoni ", di Carlo Silvano, Edizioni del noce 2012, pp. 82. Il volumetto porta una presentazione a firma dell'avv. Agostino La Rana ( vicepresidente Associazione culturale "Nizza italiana" ) e un saggio di Achille Ragazzoni dedicato all'eroina nizzarda Catarina Segurana.
A breve saranno diffusi in varie librerie dei segnalibri curati dal Circolo di lettura " Anna Gnesa ".

Napoli, Il Circolo "Anna Gnesa" dona libri alla Biblioteca di Capodimonte

Il Circolo di lettura " Anna Gnesa " di Pollena Trocchia (Napoli) ha recentemente donato alla Biblioteca della Facoltà Teologica "San Tommaso d'Aquino" di Napoli (Capodimonte), copie dei volumi che seguono: A. La Rana, C. Silvano, a cura, “Un lavoratore di troppo”, Ogm editore 2008; C. Silvano, “Liberi reclusi”, Edizioni del noce 2011; P. Zardo, “Condannati a vivere”, Ogm editore 2009; C. Silvano, “Cristiani e musulmani”, Edizioni del noce 2003; C. Silvano, “Cristianesimo Chiesa Teologia”, Ogm editore 2005; C. Silvano, “Autorità e responsabilità nella Chiesa Cattolica”, Ogm editore 2006; AA.VV., “Una memoria per gli emigranti”, Ogm editore 2007, vol. 1 della collana “Questioni di identità”; O. Bolzon, “Diario”, Ogm editore 2007, vol. 2 della collana “Questioni di identità”; O. Bolzon, M. Restello, “Memoria di realtà intraviste”, Ogm editore 2007, vol. 3 della collana “Questioni di identità”; AA.VV., “Lungo le sponde del torrente Giavera”, Studio editoriale Carlo

"Questa valle" letto da Guglielmo Arrabito

Qui di seguito propongo la lettura di una recensione al libro "Questa valle" di Anna Gnesa. La recensione è di Guglielmo Arrabito (iscritto al Circolo di lettura "Anna Gnesa"). L’innocua apparenza di un libricino anonimo e di rapida lettura, viene subito smentita dalle prime pagine di questo piccolo gioiello letterario che già dal titolo, anonimo e diretto al contempo, suscita curiosità nel lettore. “Questa Valle” stupisce all’impatto, per l’estrema raffinatezza e ricercatezza linguistica che contrasta con la semplicità del tema trattato, quasi che la ricchezza di aggettivi voglia colmare la “povertà” dei luoghi e delle persone raccontate; in realtà l’autrice vuole in tal modo nobilitare al massimo la purezza e la semplicità del racconto, vestendolo del nobile saio di una lingua italiana al massimo delle sue potenzialità descrittive e narrative. L’assenza di trama, non inficia la bellezza del testo che indugia, con languida e studiata lentezza, sulla eterna simbiosi