Passa ai contenuti principali

Piero Bianconi e il suo Albero

Si intitola "Albero genealogico" il libro di Piero Bianconi (1899-1984) che permette al lettore di entrare in quel mondo ticinese a cavallo tra il XIX e il XX secolo fatto di valori - come quello della famiglia - e di emigrazione, quando i giovani lasciavano le proprie borgate per cercare lavoro in Paesi come gli Stati Uniti d'America e l'Australia.



Grazie al signor Andreas Langenbacher (Pro Helvetia ) ho avuto modo di leggere questo bellissimo libro, a volte crudo, a volte poetico, e alcuni brani mi hanno rimandato alla narrativa e alle lotte in difesa dell'ambiente di Anna Gnesa. Ad esempio, nell'edizione del 1978, alle pagine 9 e 10, Bianconi così parla della diga costruita all'imbocco della Val Verzasca: "Fermata dal muro prepotente l'acqua sale e pian piano inghiotte dirupi campi e stalle, sommerge un mondo di immemore fatica anonima per creare energia, calore, luce". Leggendo queste frasi si pensa subito alla scrittrice Anna Gnesa che si impegnò moltissimo proprio per salvare la Val Verzasca dalla costruzione della diga e, non riuscendoci, si adoperò per lasciare ai posteri i racconti di vita quotidiana dei verzaschesi nel suo libro "Lungo la strada". [Carlo Silvano]

Nota: "Lungo la strada" di A. Gnesa e "Albero genealogico (cronache di emigranti)" di P. Bianconi sono stati pubblicati da Armando Dadò editore (Locarno).

Commenti

Post popolari in questo blog

“L'ALBERO GENEALOGICO” di Piero Bianconi

Sono pagine talora drammatiche quelle che Piero Bianconi scrive sul passato dei suoi avi; un trascorso che egli sente remoto, un mondo che riemerge soprattutto dalla lettura di alcun lettere inviate dai suoi antenati emigrati in terre straniere. L’autore si trova nel mezzo di due generazioni completamente agli opposti: quella dei suoi predecessori e quella del figlio, ed in questo contesto si sente sperduto, isolato, in bilico tra due stili di vita che pur attigui nel tempo, sembrano infinitamente lontani. Nel rapido evolversi degli anni, tuttavia, non cambiano i sentimenti che sono intrinseci all’uomo, quelle sensazioni che nemmeno il progresso, con tutte le sue sfaccettature, riuscirà a distruggere… Questo libro, non facile, necessita a tratti una lenta lettura, ma riserva un finale estremamente significativo. [ Adriana Michielin, Villorba ] [ Adriana Michielin e don Pietro Zardo in occasione di una presentazione di un libro ]

conferenza sul passo del San Bernardino

Ricevo e pubblico: ASSOCIAZIONE SVIZZERA PER I RAPPORTI CULTURALI ED ECONOMICI CON L’ITALIA BASILEA Conferenza dell’ingegnere Paolo Mantovani Dalle mulattiere alle strade commerciali attraverso lo Spluga e il San Bernardino per collegare i porti del Mediterraneo ai centri commerciali della Germania . Giovedí 22 aprile 2010, alle ore 18:15 in un’aula dell’Università di Basilea, Petersplatz 1 Paolo Mantovani è nato a Soazza nel 1943. È ingegnere (ora in pensione) e da molti anni dedica una gran parte del suo tempo libero alla raccolta delle testimonianze sul passato della sua gente nell’alta Valle Mesolcina e allo studio delle antiche vie di comunicazione nelle Alpi retiche. Fra le sue pubblicazioni: " Kunstbauten für Kunststrassen " in: " Richard La Nicca, Bilder der Baukunst ", Verlag Bündner Monatsblatt, Chur, 2006; " La strada commerciale del San Bernardino ", Editore Armando Dadò, Locarno, 1988. Il 17 aprile 2008 il giornalista Orazio Martinetti tenne u

Mesolcina e Calanca. Quando le donne correvano il rischio di essere accusate di stregoneria

Il cardinale Carlo Borromeo e la caccia alle streghe nella valle della Mesolcina e val Calanca* Il tema dell’Autorità nella Chiesa cattolica si presenta particolarmente delicato quando si toccano questioni legate all’Inquisizione e alla cosiddetta “caccia alle streghe”, dove, ad un primo acchito, sembrano cocenti e inappellabili le responsabilità che non pochi ecclesiastici hanno avuto in merito a processi subiti da uomini e donne condannati poi al rogo. E trattare dei processi per stregoneria significa anche parlare di una figura emblematica della Chiesa cattolica: san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. Al card. Borromeo sono state mosse non poche accuse in merito alle sue presunte responsabilità nei processi, svoltisi nel 1583, per stregoneria nelle valli della Mesolcina [1] e della Calanca. Su questa delicata questione interviene Luca a Marca [2] con l’intervista che segue.   Può descrivermi la situazione sociale e religiosa della valle della Mesolci