Qui di seguito propongo alcune riflessioni dello scrittore Luigi Giovannini sulla figura e l'opera di Anna Gnesa. Giovannini è da anni impegnato nel volontariato ed è un appassionato della montagna.
Villorba - Anna Gnesa viene ricordata come una delle più apprezzate interpreti della letteratura ticinese dello scorso secolo. Per comprendere appieno i suoi saggi raccolti nelle due opere intitolate “Questa valle” e “Lungo la strada” è opportuno elencare i momenti salienti della sua vita dalla nascita fino all’apice della sua formazione culturale e professionale.
Originaria di Brione Verzasca vive l’adolescenza tra i paesini circostanti l’omonima valle. Quest’ultima, circondata da alte montagne, appartiene alla Svizzera del Canton Ticino e si colloca a nord del lago Maggiore. Nella città di Locarno ottiene il diploma magistrale e per diversi anni insegna ai bambini delle scuole elementari di Lavertezzo. In seguito entra in convento e da religiosa trascorre un certo numero di anni a Damasco, in Siria, dove lavora come docente nella scuola francese. Durante questo periodo ha modo di allargare i suoi orizzonti culturali ed esistenziali operando in altre realtà. Rientrata nel Ticino riprende l’insegnamento e, nel contempo, sente il desiderio di continuare gli studi letterari. Corona questo suo sogno laureandosi presso l’Università di Zurigo nel 1948. Attenta lettrice degli autori italiani contemporanei compone una tesi su “L'Arte di Emilio Cecchi” umanista ed intellettuale di notevole statura. Collaboratrice di varie riviste si rivela attenta ed appassionata autrice della sua valle e della sua gente a cui è legatissima.
Persona appartata e schiva preferisce il silenzio all’ufficialità del mondo letterario ed è forse questo il motivo per cui viene poco ricordata. Già scorrendo i primi racconti della sua opera “Lungo la strada” cogliamo la passione che nutre per le sue montagne e per quella civiltà contadina oramai tramontata. In essi evidenzia i veri valori esistenziali dei suoi personaggi che si accontentano delle poche cose essenziali per condurre una vita dignitosa ma, soprattutto, libera e serena. Nell’umanità di queste figure femminili, legate ad un passato di ricordi, traspare un bonario umorismo velato da una sofferta concezione della vita. E’ un'analisi illuminata con una certa capacità di sintesi dove non si avverte nulla che possa tradire eventuali forzature e superficialità. Scorrendo l’opera traspare la sua personalità; un’anima solitaria, sensibile e contemplativa che si accompagna a considerazioni così varie e repentine da spaziare tra la sofferenza e l’estasi. Riesce a cogliere con originalità e maestria scorci suggestivi tra questi paesaggi di montagna riuscendo a trasmettere nel lettore emozioni con quel suo stile particolare di animare la natura delle piccole cose. E’ una descrizione poetica che si accompagna ad una muta preghiera nella contemplazione di una natura ancora incontaminata. Inoltre c’è sempre presente, nelle sue descrizioni, la ricerca continua di rincorrere la perfezione quasi a volersi immedesimare nelle cose che vede e che la circondano. I suoi personaggi, che fa rivivere con improvvise apparizioni e per brevi momenti, sono immersi in un tempo che scorre veloce e si accompagnano spesso a considerazioni filosofiche ed amare della vita. Dobbiamo inoltre riconoscerle la capacità di descrivere i sentimenti che suscita in lei questo mondo di fiori e di animali che trasforma con impagabile maestria in immagini poetiche fino a conferirgli una particolare partecipazione che si accosta di più alla sensibilità delle persone che alla propria natura. Il suo modo di raccontarsi è uno stile ricercato che non lascia trasparire cedimenti superficiali o puerili ma trasmette armonia ed eleganza accompagnate da una non comune padronanza dell’idioma italiano che le permette una rara scioltezza.
[nella foto lo scrittore Luigi Giovannini nel corso di una manifestazione letteraria]
Concludendo, ho trovato questi racconti di una purezza espressiva e di una liricità di notevole livello espressivo che solo animi sensibili e contemplativi come Anna Gnesa hanno saputo raggiungere. [a cura di Luigi Giovannini, Villorba - Treviso]
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