ASSOCIAZIONE
SVIZZERA
PER
I RAPPORTI CULTURALI ED ECONOMICI
CON
L’ITALIA - BASILEA
Conferenza
del prof. Vittorio Magnago Lampugnani
Scuola
Politecnica di Zurigo
“Due
o tre cose che so di lei. Osservazioni soggettive per l’urbanistica
contemporanea”
martedí
4 dicembre 2012, ore 18:15
in
un’aula dell’Università di Basilea, Petersplatz 1
Vittorio
Magnago Lampugnani nasce a
Roma nel 1951. Si laurea a Stoccarda nel 1973 e a Roma nell’83.
Partecipa a giurie di concorsi di architettura, tiene numerose
conferenze e seminari in Italia e all'estero, insegna in università
europee e dal 1994 è professore ordinario di Storia dell'urbanistica
al Politecnico Federale di Zurigo.
E’
coordinatore di mostre in Italia e in Germania, dal 1990 al 1995
dirige il Museo Tedesco di Architettura a Francoforte sul Meno dove
organizza oltre trenta esposizioni, tra le piú importanti:
“Museumsarchitektur in Frankfurt 1980-1990” (1990), “Berlin
morgen: Ideen für das Herz einer Grossstadt” (1991), “Moderne
Architektur in Deutschland 1900-1950: Expressionismus und Neue
Sachlichkeit" (1994). Tra il 1991 ed il ‘94 idea e dirige,
insieme a H. Millon, la mostra veneziana "Rinascimento da
Brunelleschi a Michelangelo: La rappresentazione dell'architettura".
Opera
come libero professionista dal 1980 , tra i suoi progetti piú
importanti: Risistemazione
urbanistica dell'area Kleiner Schlossplatz a Stoccarda (1980-83);
Case per abitazioni a Santiago de Compostela (1991); Edifici per
uffici angolo Friedrichstrasse /Mohernstrasse a Berlino.
In
Svizzera ha progettato il Novartis Campus a Basilea, che i soci
dell’ASRI hanno potuto ammirare durante la visita guidata del 16
giugno 2012, e il quartiere Richti a Wallisellen. Numerose le
pubblicazioni tra le quali l’Opus magnum Die
Stadt im 20. Jahrhundert.
Visionen, Entwürfe, Gebautes.
Il
25 febbraio 2012 il prof. Lampugnani ha pubblicato nella NZZ un
articolo comprensibile anche ai non addetti ai lavori dal titolo
Kulturgut und Lehrstück.
Plädoyer
für eine neue Wertschätzung der historischen Zentren unserer
Städte.
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