Attraverso
i suoi libri si è occupato di detenzione, mobbing e massoneria, ma
ora, ai suoi lettori, si propone anche come romanziere: Carlo Silvano
- napoletano di origine e trevigiano di adozione - ha recentemente
pubblicato, infatti, un'opera intitolata "Il
boiaro" con le Edizioni del noce. E'
un romanzo che getta il lettore in medias res: la
rivoluzione russa e la gestione bolscevica.
“L'idea
di scrivere questo romanzo - spiega Silvano - mi è venuta
durante un breve soggiorno nella Val Mesolcina, in Svizzera. Ne sono
protagonisti Ivan, Anastasia, Igor', Aleksandr, Andrej, ognuno pensa,
vive e soffre il momento storico a proprio modo, accomunati dalla
situazione contingente e dagli avvenimenti tragici che s'intersecano
con i loro sentimenti, con le loro paure”.
La
vicenda vuole ambientarsi nel periodo dello scoppio della rivoluzione
russa dell’ottobre 1917 e riferisce la risonanza che questi
avvenimenti hanno nell’animo del boiaro Ivan Vasil’evič Nikonov.
Questo potrebbe essere il succo del romanzo dal punto di vista della
narrazione. Ogni capitolo rappresenta un po’ un quadro a sé
stante, certamente con riferimenti a quanto viene prima e quanto
succederà dopo, ma si profila come storia chiusa in sé, e fatto
assolutamente peculiare, addirittura caratterizzato da un colore
specifico. Una storia fatta più del succedersi di sentimenti, che di
avvenimenti. Il protagonista, il boiaro Ivan Vasil’evič, è un
uomo appartenente a quella classe che, pur con il suo materialmente
piccolo - ma sostanzialmente sconfinato - potere si ritrova più
esposta in questo contesto storico al confronto diretto sul piano
umano con i propri sottoposti. L’alta nobiltà non ha quasi nemmeno
il tempo di misurarsi con i propri antagonisti mentre viene
ideologicamente ed esecutivamente spazzata via, in modo automatico e
pregiudiziale, violento e sanguinoso; affida totalmente la propria
incolumità a un esercito di cui dispone direttamente per la completa
tutela dei propri interessi e non scende nemmeno in campo a
confrontarsi con l’avversario.
Il boiaro Ivan si ritrova invece
improvvisamente addosso una storia che lo sradica dalla vita che sta
conducendo: a questa storia egli si ribella invocando un diritto
naturale che ignobili e indegne masse umane stanno violando, e lo
sconvolgimento interiore lo porta persino ad interrogarsi su un Dio
che sembra stare a guardare mentre si viola una legge che Lui stesso
risulta aver stabilito. In realtà i boiari, al tempo della
rivoluzione russa, sono identificati come una sorta di casta
intoccabile e privilegiata di burocrati, svuotata del ruolo sociale
originario ormai da poco meno di cent’anni (dall’abolizione della
servitù della gleba, promulgata dallo zar Alessandro II nel 1861).
Ma il boiaro sognato dall’Autore, piccolo proprietario terriero ai
margini della grande storia e delle corti imperiali, ha dalla sua, a
differenza dell’alta nobiltà, l’opportunità di incontrare
l’avversario tanto ripugnato e persino di sporcarsi le mani con lui
e come lui: non per filantropia, ma per sopravvivenza; non per
condividerne sorti e sentimenti, ma per guadagnarsi del pane. In modo
ancor più spregevole, perché, mentre sperimenta la stessa sorte dei
miseri, lo fa avendo a disposizione i simboli e gli oggetti del
potere, che, pur svenduti, diventano strumento ancora una volta di
posizione privilegiata, anche nell’indigenza e nel comune pericolo.
In
conclusione, quest'opera di Carlo Silvano è una voce che parla da
cuore a cuore: nell’attuale situazione di crisi un romanzo così
sa, con discrezione, essere una piccola luce per il cuore di ognuno,
contadino o boiaro che sia!
(a
cura di Massimo Valli)
__________________________
Carlo
Silvano, "Il
boiaro", Edizioni del noce 2012,
isbn 9788887555929, pp. 126, euro dieci.
Una recensione al romanzo si può leggere cliccando sul link
http://russiaoggi.it/articles/2012/07/18/come_cambio_la_vita_nel_1917_16721.html
Una recensione al romanzo si può leggere cliccando sul link
http://russiaoggi.it/articles/2012/07/18/come_cambio_la_vita_nel_1917_16721.html
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