Passa ai contenuti principali

Iniziativa dell'ASRI di Basilea

ASSOCIAZIONE SVIZZERA
PER I RAPPORTI CULTURALI ED ECONOMICI
CON L’ITALIA
BASILEA


Conferenza del

Prof. Vito Mancuso


Filosofia dell’amore”


Giovedì 13 novembre 2014, ore 18.15
in un’aula dell’Università di Basilea, Petersplatz 1



L'espressione "filosofia dell'amore" può essere intesa sia nel senso che l'amore è oggetto dell'indagine, sia nel senso che l'amore ne è il soggetto in quanto spinge la mente a indagare e a riflettere. Vito Mancuso si muove su entrambi i fronti: dell'amore in quanto oggetto indaga l'origine e la ricca e contraddittoria fenomenologia, dell'amore in quanto soggetto illustra la particolare visione del mondo che esso fa scaturire.


Vito Mancuso è un teologo laico. Ha insegnato presso la Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano e presso l'Università degli Studi di Padova. Il suo ultimo libro è Io amo. Piccola filosofia dell’amore, Garzanti 2014. Tra gli altri suoi lavori: Hegel teologo (1996), Il dolore innocente (2002), L'anima e il suo destino (2007), Io e Dio (2011), Obbedienza e libertà (2012), Il principio passione (2013). Insieme a Eugenio Scalfari ha scritto Conversazioni con Carlo Maria Martini, ha disputato per iscritto con Corrado Augias (Disputa su Dio e dintorni) e Paolo Flores D’Arcais (Il caso o la speranza?) e con l’alpinista Nives Meroi ha pubblicato Sinai. La montagna sacra raccontata da due testimoni d’eccezione. In Germania è uscita una monografia sul suo pensiero (Essentials of Catholic Radicalism. An Introduction to the Lay Theology of Vito Mancuso, Peter Lang, Frankfurt am Main 2011). I suoi scritti sono tradotti in più lingue. Dirige presso Garzanti la collana «I Grandi Libri dello Spirito». Dal 2009 è editorialista del quotidiano «la Repubblica».


Commenti

Post popolari in questo blog

“L'ALBERO GENEALOGICO” di Piero Bianconi

Sono pagine talora drammatiche quelle che Piero Bianconi scrive sul passato dei suoi avi; un trascorso che egli sente remoto, un mondo che riemerge soprattutto dalla lettura di alcun lettere inviate dai suoi antenati emigrati in terre straniere. L’autore si trova nel mezzo di due generazioni completamente agli opposti: quella dei suoi predecessori e quella del figlio, ed in questo contesto si sente sperduto, isolato, in bilico tra due stili di vita che pur attigui nel tempo, sembrano infinitamente lontani. Nel rapido evolversi degli anni, tuttavia, non cambiano i sentimenti che sono intrinseci all’uomo, quelle sensazioni che nemmeno il progresso, con tutte le sue sfaccettature, riuscirà a distruggere… Questo libro, non facile, necessita a tratti una lenta lettura, ma riserva un finale estremamente significativo. [ Adriana Michielin, Villorba ] [ Adriana Michielin e don Pietro Zardo in occasione di una presentazione di un libro ]

conferenza sul passo del San Bernardino

Ricevo e pubblico: ASSOCIAZIONE SVIZZERA PER I RAPPORTI CULTURALI ED ECONOMICI CON L’ITALIA BASILEA Conferenza dell’ingegnere Paolo Mantovani Dalle mulattiere alle strade commerciali attraverso lo Spluga e il San Bernardino per collegare i porti del Mediterraneo ai centri commerciali della Germania . Giovedí 22 aprile 2010, alle ore 18:15 in un’aula dell’Università di Basilea, Petersplatz 1 Paolo Mantovani è nato a Soazza nel 1943. È ingegnere (ora in pensione) e da molti anni dedica una gran parte del suo tempo libero alla raccolta delle testimonianze sul passato della sua gente nell’alta Valle Mesolcina e allo studio delle antiche vie di comunicazione nelle Alpi retiche. Fra le sue pubblicazioni: " Kunstbauten für Kunststrassen " in: " Richard La Nicca, Bilder der Baukunst ", Verlag Bündner Monatsblatt, Chur, 2006; " La strada commerciale del San Bernardino ", Editore Armando Dadò, Locarno, 1988. Il 17 aprile 2008 il giornalista Orazio Martinetti tenne u

Mesolcina e Calanca. Quando le donne correvano il rischio di essere accusate di stregoneria

Il cardinale Carlo Borromeo e la caccia alle streghe nella valle della Mesolcina e val Calanca* Il tema dell’Autorità nella Chiesa cattolica si presenta particolarmente delicato quando si toccano questioni legate all’Inquisizione e alla cosiddetta “caccia alle streghe”, dove, ad un primo acchito, sembrano cocenti e inappellabili le responsabilità che non pochi ecclesiastici hanno avuto in merito a processi subiti da uomini e donne condannati poi al rogo. E trattare dei processi per stregoneria significa anche parlare di una figura emblematica della Chiesa cattolica: san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. Al card. Borromeo sono state mosse non poche accuse in merito alle sue presunte responsabilità nei processi, svoltisi nel 1583, per stregoneria nelle valli della Mesolcina [1] e della Calanca. Su questa delicata questione interviene Luca a Marca [2] con l’intervista che segue.   Può descrivermi la situazione sociale e religiosa della valle della Mesolci